mercoledì 12 maggio 2010

That beautiful 90's

Domenica scorsa ero con Luke e Faghel a bere una birra e parlare del più e del meno. Normalissima serata varesina: pub semi vuoto, compilation del Postal Market, pioggia a catinelle e uomini di mezza età sbronzi che parlano a voce fin troppo alta e ridono a bocca aperta con il classico AH AH!
Fino a che non salta fuori una parola magica, anzi due parole magiche: Jurassic Park.
E' bastato quello stupendo binomio ad evocare un turbine di ricordi, emozioni, scene cult e attimi di tensione. Era il 1993 e alla sfacciata età di 7 anni mi recavo al cinema a farmi sconvolgere dai dinosauri.
Come è giusto che sia non potevo permettermi di vivere solo di ricordi così l'altro giorno, grazie al magico e provvidenziale internet, me lo sono riguardato.
Ditemi quello che volete, ma è intramontabile. Con piglio scettico ero immediatamente partito dal presupposto che gli effetti speciali di 17 (DICIASSETTE) anni fa fossero decisamente inadeguati per un occhio bombardato di computer grafica e motion capture. E invece no. Quel mostro di Spielberg era riuscito a creare qualcosa di fantastico, di reale. A parte una piccola scena in cui il dinosauro sembra in sovraimpressione, un po' come quando negli show televisivi di qualche anno fa c'era la nuvola di fumo da cui appariva il VIP, tutti gli altri animaloni sono perfetti. E' vero il T-rex che scappotta la jeep, è vero il triceratopo malato, sono veri quei bastardi dei raptor che aprono le maniglie.
Ma la trappola era scattata. La nostalgia dei film anni 90 mi aveva contagiato febbrilmente. Dopo aver peccato di ottimismo ed essere stato profondamente deluso da quello squallidissimo sequel che è Il mondo perduto mi sono lanciato nella visione di uno dei must più must che ci sia: Atto di forza. L'unico motivo per cui Atto di forza non è il film che ha ispirato la mia vita è che ero troppo piccolo per vederlo al cinema. Era il 1990 e 4 anni decisamente non bastavano.
Ovviamente e trovo sia inutile dirlo, è un capolavoro. Iper violento come il buon Verhoeven ama girare, azione, muscoli, mutanti, super bambole, sparatorie, parolacce, buoni contro cattivi, embolia schizzoide e Schwarzenegger. Io ritengo di non dover aggiungere altro, se non questa scena che, mi auguro, molti di voi ricorderanno.

La conclusione dopo aver fatto questo breve, seppur intensissimo, salto nel passato è la seguente. I film brutti non sono fatti male, sono obsoleti. Obsoleto è il loro modo di mostrarci gli eventi, di presentarci i personaggi, obsoleto è il modo di declamare e di fare ironia.
Fateci caso: guardate un qualunque film degli anni 90, ma guardatelo con gli occhi di 15 anni fa. Quei primi piani in cui il bellone di turno dice frasi ad effetto sono perfettamente plausibili e in perfetta armonia con il film.
Guardate invece un film attuale in cui succede la stessa cosa e vi sfido a non ammettere che l'effetto è terribile e la sensazione è proprio quella di stare guardando qualcosa di fuori luogo, imperfetto. Un film ci appare brutto (sto parlando dal punto di vista tecnico ovviamente) proprio quando appartiene ad un modo di rappresentare precedente a quello attuale. Ed è proprio questo a mio modo di vedere che fa anche da cartina tornasole per i grandi registi, in grado di miscelare vecchio con nuovo, in un equilibrio perfetto (vedi Eastwood)-
Mi devo a questo punto ricredere sul mio snobbismo radical chic che identificava gli anni 60 70 come l'apice irraggiungibile del cinema ed iniziare a rivalutare gli anni 80 90.
E stasera...Week end con il morto!